IL PAESAGGIO
Le cittadine di quest’area costituiscono la frontiera fra la zona fortemente urbanizzata che si e’ irradiata dalla citta’ di Catania, a partire dalla meta’ del Novecento, verso le pendici dell’Etna e le quote medie e alte del Vulcano. Giungere qui, significa lasciare un’area metropolitana trafficata e rumorosa ed incontrare dei centri abitati a misura d’uomo. Se poi si va ancora oltre, risalendo verso l’area sommitale dell’Etna, si incontra un paesaggio radicalmente diverso, con distese di boschi interrotti da ampie superfici grigie o nere di lava e poi, ancora oltre, l’affascinante deserto di sabbia, lapilli e crateri quasi sempre fumanti.
Il Vulcano, negli ultimi secoli, non e’ stato generoso con questo versante, fra i piu’ colpiti da numerose violente eruzioni, ma proprio per questo, qui e’ possibile cogliere il senso di una Montagna che e’ anche Vulcano.
LA STORIA, L’ARCHITETTURA
L’area pedemontana dell’Etna, una volta occupata da una fitta boscaglia di lecci, roverelle e ginestre, nella quale era facile incontrare il lupo, la lince o avvistare in cielo il grifone, non attiro’ le genti preistoriche, che, ad essa, preferirono le aree a quote piu’ basse, o adiacenti al mare. Anche se qualche racconto storico testimonia di antiche frequentazioni, soltanto nel secondo millennio i paesi del versante meridionale dell’Etna si affacciarono alla storia. Essi rimasero a lungo, poco piu’ che villaggi di contadini e montanari, infeudati a famiglie nobili. Ritroviamo il loro passato in qualche bella piazza su cui si affaccia un’architettonica Chiesa Madre, come a Pedara, o qualche strada basolata con lucidi conci di lava, fiancheggiata da begli edifici civili sette o ottocenteschi, come a Trecastagni.
Viagrande, ancor prima che elegante localita’ di villeggiatura per la ricca borghesia catanese, fu un importante luogo di transito della regia trazzera medievale, che da Catania portava a Messina e che ne provoco’ la nascita del nome.
ESCURSIONI NATURALISTICHE
Il grande vulcano monopolizza l’attenzione e gli interessi turistici delle cittadine di quest’area. Esso costituisce l’obiettivo principale per qualsiasi turista o escursionista che giunga da queste parti. Le possibilita’ offerte a chi soggiorna o semplicemente visita questi paesi sono molteplici: da essi si raggiungono con la propria auto o con mezzi pubblici, i margini dell’area protetta dal Parco dell’Etna e, a seconda della stagione, si possono effettuare escursioni a piedi, con sci di fondo o con sci d’alpinismo. Non appena saranno ricostruiti i principali servizi della stazione denominata “Etna Sud”, pressoche’ distrutti dalle eruzioni
del 2001 e del 2002, ci si potra’ avvicinare alle zone sommitali del Vulcano con dei mezzi fuoristrada di una societa’ privata, secondo le regole di sicurezza fissate dalla Prefettura.
ITINERARI ENOGASTRONOMICI
La vocazione turistica di quest’area ha determinato un’ampia offerta di trattorie e ristoranti. In essi, nella tarda estate e in autunno, e’ facile trovare funghi eccellenti provenienti sia dall’Etna, sia dai vicini Nebrodi. Il vino adatto e’, ovviamente, un “Etna rosso”. A Belpasso si e’ sviluppata un’attivita’ dapprima artigianale, poi industriale, nel settore della pasticceria, con la ideazione originale dei torroncini morbidi.
Belpasso
(m. 551, ab. 20.400) e Nicolosi (m. 700, ab. 6.200) fecero parte per secoli del vastissimo feudo dei principi di Paterno’. La prima fu investita in pieno dall’eruzione del 1669 e dovette essere ricostruita. Presenta una struttura urbana a scacchiera e numerosi edifici barocchi, alcuni con la facciata interamente in pietra lavica, lungo la via principale. La fondazione, nel XII secolo, di un Monastero benedettino, intitolato a S. Nicolo’ la Rena, fu il germe per la nascita di Nicolosi, che rimase, fino alla fine dell’Ottocento, un piccolo villaggio di montanari. Patria dei fratelli Gemmellaro, conserva lungo la omonima via, la suggestiva chiesetta delle Anime del Purgatorio.
Pedara
(m. 610, ab. 10.100), Trecastagni (m. 586, ab. 8.200) e Viagrande (m. 410, ab. 6.600), in un primo tempo furono “municipi” assoggettati alla citta’ di Catania. A partire dalla meta’ del XVII secolo furono infeudati a famiglie nobili che favorirono la nascita di eleganti palazzi che tuttora danno loro un fascino particolare. Non va perduto il panorama che si gode dal sagrato della Chiesa Madre di Trecastagni, posta in posizione preminente sul paese, ed altrettanta attenzione merita la Chiesa Madre di Pedara, per la sua architettura che utilizza con maestria il contrasto del nero della pietra lavica sul bianco dell’intonaco. Ragalna (m. 830, ab. 3.100), solo da poco elevato a comune, e’ un aggregato urbano recente e non omogeneo, caratterizzato da un’aria salubre ed un ambiente fresco e pulito.