cioccolato a Modica lo fanno con una ricetta antichissima, nientemeno che Azteca. Se vi state chiedendo cosa c’entrano gli Aztechi con la Sicilia, pensate ai Conquistadores spagnoli dell’America del sud, vi verrà in mente che gli stessi spagnoli hanno dominato quest’isola per un paio di secoli…
Il cioccolato di Modica, lavorato come facevano gli Atzechi al tempo dei conquistadores spagnoli, tecnicamente può essere definito cioccolato “a freddo” ed è granuloso e friabile. Furono proprio gli spagnoli a portare a Modica il “xocoàtl”, un prodotto che gli abitanti del Messico ricavavano dai semi di cacao triturati su una pietra chiamata “metate”, in modo da far sprigionare il burro di cacao e ottenere una pasta granulosa. I modicani appresero questa lavorazione dagli spagnoli, senza passare alla fase industriale. Nella lavorazione a freddo, il cacao non passa attraverso la fase del concaggio: la massa di cacao viene lavorata a 40° con aggiunta di zucchero semolato; non riuscendo a sciogliersi, nè ad amalgamarsi, lo zucchero, dà al cioccolato modicano il caratteristico aspetto “ruvido” dalla consistenza granulosa. La tavoletta di cioccolato modicano ha un colore marrone non uniforme, l’aroma è quello del cacao tostato, con note leggermente astringenti. Viene tradizionalmente aromatizzato con cannella o vaniglia, ma si può trovare facilmente cioccolato al peperoncino, alla carruba, al caffè, agli agrumi. Il cioccolato di Modica si può mangiare così com’è o sciolto in acqua come bevanda.
Bene dopo tutto questo cioccolato, che avrete gustato in una delle tante cioccolaterie del centro, sarà il caso di redimersi dal peccato di gola visitando il sontuoso e bellissimo duomo.
Infatti le antichissime origini di Modica e le vestigia in essa raccolte testimoniano la bellezza di un sito dove il tardo barocco e qualche illuminato esempio di liberty predominano quasi in modo assoluto. Rendono il grado di civiltà di una comunità che si sviluppò per secoli in quella che fu la capitale di un’antica e potente Contea il cui territorio, in pieno medioevo, si estendeva sino alle porte di Palermo.